Le Torri Di Cenere by George R. R. Martin

Le Torri Di Cenere by George R. R. Martin

autore:George R. R. Martin
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Letto, Fiction, Short Stories, Fantasy
ISBN: 9788804600039
editore: Mondadori
pubblicato: 2011-01-01T23:00:00+00:00


"This Tower of Ashes" copyright © 1976 by the Conde Nast Publications, Inc. From "Analog Annual" (Pyramid, 1976).

... E RICORDATI SETTE VOLTE

DI NON UCCIDERE MAI L'UOMO

Puoi uccidere per te,

per la tua compagna

e per i tuoi cuccioli, se è necessario

e se ne hai la forza;

ma non uccidere per il piacere di uccidere,

e ricordati sette volte di non uccidere mai l'Uomo.

RUDYARD KIPLING

All'esterno delle mura penzolavano i piccoli Jaenshi, una fila di corpicini dal pelo grigio, immobili e silenziosi all'estremità delle lunghe corde. I più grandi, chiaramente, erano stati massacrati prima di venire appesi: là un maschio decapitato oscillava, con i piedi strettì da un cappio; poco lontano dondolava il cadavere bruciato di una femmina. Ma la maggior parte dei piccoli dal pelame scuro e dai grandi occhi dorati era stata semplicemente impiccata. Verso il tramonto, quando cominciava a spirare il vento dalle aspre colline circostanti, i corpi dei più piccoli roteavano in fondo alle corde e sbattevano contro le mura della città, quasi fossero vivi e bussassero per entrare.

Le sentinelle sulle mura, però, non badavano a quei tonfi e continuavano a percorrere gli spalti in instancabili giri di ronda, e le porte arrugginite della città restavano chiuse.

«Tu credi all'esistenza del male?» chiese Arik neKrol a Jannis Ryther, mentre entrambi osservavano la Città degli Angeli d'Acciaio da un'altura vicina. Da ogni tratto del suo viso camuso e giallastro trapelava la rabbia, mentre stava accucciato tra le macerie di quella che era stata una piramide sacra degli Jaenshi.

«Il male?» mormorò la donna distrattamente. I suoi occhi non si staccavano dalle lontane mura di pietra rossa, contro le quali si stagliavano i corpicini scuri. Il sole stava calando, il grosso globo rosso che gli Angeli d'Acciaio chiamavano Cuore di Bakkalon, e la valle ai loro piedi sembrava immergersi in una caligine color sangue.

«Il male» ripeté neKrol. Il mercante era un uomo di bassa statura e di corporatura tozza, dai tratti decisamente mongoli, tranne per i capelli di un rosso fiammante che gli arrivavano fin quasi alla cintola. «È un concetto religioso e io non sono una persona religiosa. Molto tempo fa, quand'ero bambino, sul pianeta di ai-Emerel, mi ero convinto che bene e male non esistessero, ma ci fossero solo diversi modi di pensare.» Affondò le mani piccole e delicate nella sabbia e frugò, finché estrasse un coccio frastagliato grosso come il suo pugno. Si alzò e lo porse a Ryther. «Gli Angeli d'Acciaio mi hanno indotto a credere di nuovo che il male esista.»

La donna prese il frammento senza dire niente e se lo rigirò tra le mani. Ryther era molto più alta di neKrol e molto più magra: una donna ossuta con un viso lungo e corti capelli neri, gli occhi privi di espressione. Un lungo spolverino sporco e chiazzato di sudore le ricadeva floscio sul corpo esile. «Interessante» disse alla fine, dopo avere studiato l'oggetto per diversi minuti. Era duro e liscio come il vetro, ma più resistente, di un colore rosso traslucido e scurissimo, tanto da sembrare quasi nero. «Plastica?» domandò, lasciandolo cadere a terra.



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